Intro #1 (quasi un manifesto)

FIFM sarà un posto pericoloso.
Qualcuno dice che lo può essere per me.
Ma -fidati!- lo sarà ancora di più per chi avrà la sfortuna di trovarsi vicino a me.
Chi sa già cos’è (e sono pochi, e sono amici) porterà un po’ di pazienza prima di trovare su questo blog quello che si aspetta.
Agli altri, ammesso che qualcuno si trovi per puro caso a passare da queste parti, voglio prima dare un piccolo antipasto dello spirito che animerà FIFM.

Non c’è bisogno che lo faccia personalmente: lo ha già fatto, più di duecento anni prima che io nascessi, tale Joseph Antoine Toussaint Dinouart, di professione abate.
Se non lo hai letto, non è difficile recuperarlo: l’unico suo lavoro che conosco è in commercio in un libriccino adorabile*.
Per i pigri, o i tirchi o gli allergici ai libri, mi limito alla citazione di questo fondamentale vademecum:

1. È bene parlare solo quando si deve dire qualcosa che valga più del silenzio.

2. Vi è un tempo per tacere, come vi è un momento per parlare.

3. Nell’ordine, il momento di tacere deve venire sempre prima: solo quando si sarà imparato a mantenere il silenzio, si potrà imparare a parlare rettamente.

4. Tacere quando si è obbligati a parlare è segno di debolezza e imprudenza, ma parlare quando si dovrebbe tacere, è segno di leggerezza e scarsa discrezione.

5. In generale è sicuramente meno rischioso tacere che parlare.

6. Mai l’uomo è padrone di sé come quando tace: quando parla sembra, per così dire, effondersi e dissolversi nel discorso, così che sembra appartenere meno a se stesso che agli altri.

7. Quando si deve dire una cosa importante, bisogna stare particolarmente attenti: è buona precauzione dirla prima a sé stessi, e poi ancora ripetersela, per non doversi pentire quando non si potrà più impedire che si propaghi.

8. Quando si deve tenere un segreto non si tace mai troppo: in questi casi l’ultima cosa da temere è saper conservare il silenzio.

9. Il riserbo necessario per saper mantenere il silenzio nelle situazioni consuete della vita, non è virtù minore dell’abilità e della cura richieste per parlare bene; e non si acquisisce maggior merito spiegando ciò che si fa piuttosto che tacendo ciò che si ignora. Talvolta il silenzio del saggio vale più del ragionamento del filosofo: è una lezione per gli impertinenti e una punizione per i colpevoli.

10. Il silenzio può talvolta far le veci della saggezza per il povero di spirito e della sapienza per l’ignorante.

11. Si è naturalmente portati a pensare che chi parla poco non sia un genio e chi parla troppo, uno stolto o un pazzo: allora è meglio lasciar credere di non essere geni di prim’ordine rimanendo spesso in silenzio, che passare per pazzi, travolti dalla voglia di parlare.

12. È proprio dell’uomo coraggioso parlare poco e compiere grandi imprese; è proprio dell’uomo di buon senso parlare poco e dire sempre cose ragionevoli.

13. Qualunque sia la disposizione che si può avere al silenzio, è bene essere sempre molto prudenti; desiderare fortemente di dire una cosa, è spesso motivo sufficiente per decidere di tacerla.

14. Il silenzio è necessario in molte occasioni; la sincerità lo è sempre: si può qualche volta tacere un pensiero, mai lo si deve camuffare. Vi è un modo di restare in silenzio senza chiudere il proprio cuore, di essere discreti senza apparire tristi e taciturni, di non rivelare certe verità senza mascherarle con la menzogna.

Ecco.

Se sei arrivato alla fine di questi saggissimi consigli e condividi almeno qualcosa delle parole di un prete francese nato il 1° di Novembre** di quasi tre secoli fa, FIFM potrebbe essere un posto in cui stare bene.

* e visto che inauguro il blog di venerdì con una citazione di un libro, aderisco subito alla bella abitudine dei venerdì del libro. Per un sacco di buoni motivi che non sto qui a dire. 

** poi uno dice l’oroscopo….

28 pensieri su “Intro #1 (quasi un manifesto)

  1. Pingback: Dopo la scuola | Slumberland

  2. Eh sì, tocca andare sulla fiducia anche a me, che se la ‘Povna consiglia va necessariamente ascoltata. Però mi piace parecchio questa presentazione, porbabilmente se ti avessi trovato a casaccio ti avrei seguito comunque.

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  3. Arrivo sul traghetto ‘Povna-lines ed avrei aderito con piacere alla regola del silenzio prima che si abbia qualcosa di utile da dire ma… pur avendo dieci decimi devo dire che il font scelto lo trovo faticoso. Magari Joseph Antoine Toussaint Dinouart, di professione abate avrebbe taciuto ma io avrei piacere di leggerti senza ricorrere agli occhiali 🙂

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    • In effetti l’ho scoperto dopo aver postato anche perché da mobile -che è la situazione in cui FIFM necessariamente sarà usato più spesso da me- è invece molto leggibile. Vedrò se riesco a correggere il tiro.

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    • Allora, aggiornamento: ho cambiato le impostazioni del carattere anche se finora le vedo solo nell’anteprima mentre questo post rimane dello stesso micro carattere. Spero o che anche questo si modifichi tra un po’ o che almeno i prossimi siano leggibili più facilmente.

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  4. Pingback: Venerdi' del libro: A scuola nessuno è straniero |

    • Certo che le raccomandazioni della ‘povna sono seguitissime!! Che responsabilità!! Apprezzo il proposito, ma certo io non è che taccio di continuo eh…
      Semplicemente, come vedrai se ripasserai da queste parti, mi limiterò ad osservare (anzi ascoltare) quante persone ignorino la possibilità di tacere.

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  5. La “nascita” di un nuovo blog è sempre incoraggiante, perché, a dispetto della comunicazione spicciola e compulsiva di Fb e consimili, offre la possibilità per uno spazio di riflessione e di condivisione più mature. Se poi il blog viene segnalato dalla Povna, è d’obbligo visitarlo.
    Auguri e buona scrittura!
    Non condivido del tutto corollario iniziale dell’abate: l’uso del silenzio dipende dai contesti d’uso.

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    • Grazie anche a te della fiducia. Hai molta ragione nella considerazione finale. Se ripasserai da queste parti vedrai che è esattamente IL CONTESTO il problema.
      Non garantisco che FIFM sia uno spazio di riflessione e men che meno matura…ma non sarà del tutto colpa mia. Giuro!

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