Questo è un signore che invece vorrei incontrare in qualche viaggio.
Non so se lo conoscete, ma forse si. Magari semplicemente non vi ricordate il nome, ma ne avete sentito parlare.
La sua storia è stata molto semplice:
…Era un rappresentante di commercio e sei giorni su sette girava l’Italia intera, a Est, a Ovest, a Sud, a Nord e in mezzo, vendendo medicinali. La domenica tornava a casa sua, e il lunedì mattina ripartiva. Ma prima che partisse la sua bambina gli diceva: -Mi raccomando, papà: tutte le sere una storia.
Perchè quella bambina non poteva dormire senza una storia, e la mamma, quelle che sapeva, gliele aveva già raccontate anche tre volte. Così ogni sera, dovunque si trovasse, alle nove in punto il ragionier Bianchi chiamava al telefono Varese e raccontava una storia alla sua bambina. Questo libro contiene appunto le storie del ragionier Bianchi. Sono tutte un po’ corte: per forza, il ragioniere pagava il telefono di tasca sua, non poteva mica fare telefonate troppo lunghe…
Se non lo avete riconosciuto inizia così Favole al telefono di Gianni Rodari.
A me piacerebbe fare come le signorine del centralino che smettevano di passare telefonate per ascoltare le sue storie, ma, ahimè, non mi capita di sentire niente che ricordi nemmeno lontanamente la storia della viola al Polo Nord; o che qualcuno abbia preso qualcosa come fece il pescatore di Cefalù, quello che pescò il bambino di mare; nessuno racconta nemmeno niente di simile alla povera vecchia zia Ada, che dava da mangiare agli uccellini sul davanzale della sua camera dell’ospizio; tra le chiacchiere non ho trovato indizi per capire che fine ha fatto la donnina che contava gli starnuti; e non ho mai sentito un menù come quello spaziale, dove si mangia il Do di petto di tacchino; vedo persone urlare da sole su marciapiedi che però non è quello del pianeta Beh, quello, per capirsi, che su quel pianeta ha sostituito il tram il filobus e le automobili; devo dire però che spesso mi sembra di vedere le scimmie in viaggio, quelle che viaggiavano, viaggiavano ma non avevano capito che non erano uscite dalla gabbia….
Se poi quelle che sento sono le favole al telefono di oggi, non è che siano belline come quelle di Rodari. Soprattutto per un motivo: non c’è mai nemmeno un pizzico di fantasia. Giuro.
Però, con la scusa, del Venerdì del libro, io la butto lì. Hai visto mai che il prossimo FIFM lo rubo da Tonino l’invisibile o dal buon Gilberto?
Uno dei primi libri che ho letto, e lo dovrei recuperare. Mi viene in mente che lo proporrò ai miei alieni. Che bello avermelo ricordato! (Anche se, lo confesso, oggi in treno di ritorno da scuola con Hal9000, pur con la mano davanti alla bocca e parlando in corridoio, ho un po’ fatto FIFM…)
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Già, anche per me è un libro degli albori, così degli albori che quandol’ho ripreso e non ricordavo nemmeno una favola…
FIFM lo facciamo tutti, siamo seri, ma il corridoio e la mano sono buoni, anzi ottimi segnali, fidati!
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Grazie. Perché mi hai ricordato una cosa bella che avevo scordato. Domani da mia madre lo cerco per la mia bimba. Un po’ commossa, in effetti
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Mi fa piacere che sia un bel ricordo!
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Noi ce l’abbiamo in diverse versioni ed edizioni… se sei curiosta le trovi qui: http://libri-stefania.blogspot.it/2010/09/favole-al-telefono-gianni-rodari.html.-
Versioni diverse ma sempre letture piacevoli.
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Io (a casa) ho quella con le illustrazioni di Munari. Volendo recupero le altre edizioni facilmente. Diciamo che i libri mi passano parecchio attorno…ecco… 🙂
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Qui mi tocchi sul “territoriale”. Quei ragionieri lì, no, non ci son più. Sarà per il telefono che usano, sarà.
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E fosse solo per i ragionieri. E fosse solo per il modello di telefono…. !
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indimenticabile !!
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io non ho mai letto niente di rodari, nè me lo hanno mai letto. I racconti della buonanotte mamma li leggeva dal Decamerone…
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Però non c’era il telefono al tempo di Boccaccio…. 🙂
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