Cita-un-libro (#ioleggoperché 7)

Il “gioco” ideato della ‘povna e legato a #ioleggoperché si svolge di domenica.

Ora: che io arrivi sempre in ritardo, chi mi conosce, lo sa bene.
Però a volte i ritardi permettono di creare accordi inasepettati e sorprendenti, come se ci si trovasse nel bel mezzo di in una sinfonia di Mahler, in quel preciso punto in cui ti accorgi, dopo un’estenuante e struggente attesa, che si sta arrivando ad un punto di riposo, di risoluzione e invece no: ti tocca ripartire ancora con una navigazione verso un nuovo approdo instabile.

Domenica non ho aperto il blog e scopro stamattina che, questa settimana, è stato murasaki a scegliere il tema, e ha scelto la morte.

Oggi, dunque, mi accodo, buon ultimo.
Perchè è il giorno giusto, semplicemente.
Perchè è un gioco ed anche questo è giusto.
E anche se la persona a cui penso mentre scrivo il post non sarebbe assolutamente d’accordo (quando mai si gioca per altro che non sia VINCERE??), non fa niente se non solo non vinco, ma nemmeno ho i requisiti minimi per partecipare.

La mia citazione è, semplicemente, la prima che mi è venuta in mente; ed è tratta da un romanzo che (ricordo benissimo anche se era una paio di vite fa) ho letto – manco a dirlo – su un treno.

Iniziato appena partito da Firenze, finito poco prima di arrivare a destinazione (non c’erano le frecce di nessun colore, a quel tempo e il romanzo è davvero un soffio), ho vivissima la sensazione di come mi sforzai di trattenere la commozione, arrivato a questo punto del romanzo.
Evidentemente quello straccio di senso del pudore – la cui mancanza generale è un po’ la base di FIFM, peraltro – ce l’ho sempre avuto.

E no: nemmeno su questo mi avresti dato ragione.
Pudore. Figurarsi.

Infine: sull’argomento non potrei che fare una citazione che termina con un interrogativo.
Perchè io, di chi ha solo ottime risposte sulla morte, davvero diffido sempre.

7 pensieri su “Cita-un-libro (#ioleggoperché 7)

    • Ti ho immediatamente pensata oggi quando ho letto che il TUO gioco-giocone era andato a parare qui, questa settimana.
      A parte li sceneggiatore, anche il responsabile del montaggio qui ci si è messo eh….

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  1. Abbiamo preso atto e registrato. Sono contenta che ci sia posto anche per Pratolini, che oggi è quasi scomparso dopo che per anni se n’è parlato come di un pilastro portante della letteratura italiana. Com’è giusto trattandosi di Pratolini, c’è un bel punto interrogativo, perché per i comuni mortali la morte presenta, come dire, un certo margine di incertezza.
    E se il giorno era quello giusto va bene così.

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