Vocali

Il mio vicino di posto in metropolitana ha appena mandato una dozzina di messaggi vocali in almeno quattro chat diverse. Il tutto in meno di 3 minuti.

Ecco la fedele trascrizione della conversazione con T.

Vocale 1: “sono in metropolitana”

Vocale 2: “la verde”

Vocale 3: “poi cambio e prendo la rossa”

Vocale 4: “A Cadorna”

La domanda è: PERCHÉ?

FIFM, fatto male.

FIFM ormai tace da tempo.

Questo non vuol dire che l’oggetto delle sue attenzioni sia venuto meno. Semmai è venuto meno il mio interesse.

Ma a dimostrazione che l’interesse verso chi viaggia vicino a noi non coinvolge solo me, posso portare un esempio recente.

Sul frecciarossa 9608 un coraggioso passeggero decide di testimoniare (…) il gravissimo affronto mosso alla Patria da un uomo nero.

Quest’uomo nero non parlava l’italiano e poco l’inglese; quando il personale di bordo gli ha chiesto il biglietto ha tirato fuori quello di un interregionale. Una cosa che costava tipo 1/20 della tratta Roma-Milano. L’attento vicino di posto non può fare a meno di osservare però che il cellulare dell’uomo nero è di ultima generazione e che (ah, i voli pindarici!) se la Patria non è nemmeno in grado di far viaggiare sui propri treni (chissà se in orario poi…) persone in regola come ci si potrà mai aspettare che vengano puniti quelli che si macchiano di colpe ben più gravi?

Concludendo con saggezza ed eleganza: “Parlano di integrazione. Di comprensione. Di accoglienza. Ci prendono per il culo e noi li tolleriamo

(Ndr. Ovviamente veniva citata l’efferata uccisione di Pamela Mastropietro; spero capirete perché su questa modalità di sciacallaggio non preferisco non commentare)

Poi si scopre che chi stava prendendo per il culo era l’autore del post: al secolo Luca Caruso; e si viene a sapere che il presunto approfittatore immortalato nella foto aveva il biglietto giusto ma era nella carrozza sbagliata, che è gentilmente stato portato al suo posto completando il suo viaggio.

Ce lo ha detto Trenitalia eh, non qualche altro vicino buonista.

Nel frattempo il post aveva però sollevato l’orgoglio nazionale degli indinniati un tanto al chilo (circa 75 mila condivisioni a ieri sera, quando – nonostante la smentita – vedevo ancora girare la notizia, accompagnata da commenti dello stesso tenore della conclusione di cui sopra).

(Una ricostruzione l’hanno fatta prima Giornalettismo e Valigia Blu, poi nel corso della giornata la notizia è stata ripresa da altre fonti).

Fine del pippone.

Considerazione personale:

Ho pensato che a volte anche i miei FIFM forse tiravano conclusioni affrettate (La signora che raccontava di essere stata contattata da una casa editrice per pubblicare il proprio romanzo era, nella peggiore delle ipotesi – quella che ho pensato- una ingenua, ma magari nel frattempo è lì che insegue le orme della Rowling. Giusto per fare un esempio.)

Ma voi non sapete quanto avrei voluto essere lì, a fare un FIFM all’italico testimone non più dell’abuso dei treni da parte di africani ma della sete di menzogne che avvelena questa campagna elettorale.

Forse avrei fatto il primo FIFM con la faccia della vittima. Rischiando con felicità la denuncia per diffamazione che spero arrivi presto al patriota.

P.S. A post completato leggo di un pubblico ministero che vorrebbe pubblicare le foto di evasori e bancarottieri mentre sono in vacanza. Somiglia un po’ alla mia conclusione.

Improvvisamente 

Devi aspettare la fine di luglio, quando non ne puoi più di stare in città e invece sei su un tram pieno alle 8.10 del mattino. Ma poi arriva improvvisamente il momento in cui ascolti qualcuno (non di Milano eh) in una telefonata così:



“Ciao Carlo, buongiorno. Sì, ti ho scritto perché volevo sapere quei dati e altre cose. Però ti richiamo io, tra dieci minuti al massimo: oggi sono a Milano, su un tram e non è carino che parli adesso. A tra poco.”

Ora: magari era un serial killer che non voleva parlare al complice delle vittime; uno speculatore che deve rendicontare al ricco evasore totale come vanno i conti alle Cayman; un fedifrago della peggior specie… chissà.

Ma in un tram pieno, a Milano, a fine luglio io ho solo pensato che fosse un tipo educato. 

Padri&Figli

Carrozza 6, posto 5.

I miei vicini di posto sono un signore e suo figlio tredicenne; entrambi sono concentrati sul proprio dispositivo mobile. 

Ad un certo punto parte una delle solite suonerie assordanti e tamarre che tutti conosciamo da un terzo telefono, appoggiato sul tavolo. 

“Ma insomma!

Ti avevo chiesto di lasciarlo silenzioso!

Dammi quel telefono….
DAMMI-QUEL-TELEFONO!!!

Ti avevo chiesto un’ora fa di silenziarlo.
Lo hai fatto? No.
Non lo hai fatto e adesso te lo spengo io.

Ma te la vuoi dare una regolata?
Sembra che hai cinque anni!

Adesso è inutile che fai l’offeso. Capito?
Devi imparare a darti una regolata.
Hai disturbato tutta la carrozza.”

[parentesi di silenzio teso tra i due, che dura qualche minuto]

“Vabbè…. adesso se vuoi giocarci te lo lascio ma tolgo la connessione.
Così non rispondi ai messaggi e non ti chiamano.
E comunque ti devi comprare un telefono nuovo. È inutile che insisti con questo. 

Guarda come l’hai ridotto! 
Te lo compro io se questo non funziona o se non lo sai usare. 

Adesso gioca e basta. A chiamare la mamma per dire a che ora arriviamo ci penso io.  Tanto siamo in orario.”

[Chiama]

“Ciao mamma. Siamo puntuali. Ti chiamo io perché a papà ho tolto la connessione. Era una scocciatura con tutti quei messaggi. Chiama me se proprio devi chiamare, almeno il silenzioso lo so mettere, IO.”

Esoterismi

“Mannaggia a me che sono andata. Anzi: per fortuna sono andata!

Questo amico di mio fratello ha una libreria esoterica. Appena siamo entrati ha iniziato a dirmi se volevo che mi dicesse le cose che sentiva. Ero lì a un metro e mezzo da lui, ero elettrica non mi fidavo.

Mi dice che ho un buco nell’aurea, che la mia aurea è verde rabbia.
Mi dice che ho un ragazzo ma
mi ha detto che è troppo fragile e cheon durerà.
Gli ho fatto vedere la foto perché me l’ha chiesta e mi ha detto che ha problemi gastro.
Sei seduta vero? Perché è solo l’inizio

Guardo mio fratello capisco che è preoccupato.

Lui diceva che non riusciva a capire bene perché sentiva tanto rumore intorno a me. 
Ci credo: io dicevo tante cose a ruota libera roprio per confonderlo, cose a caso; gli dicevo:  e certo! anni di discoteca, alcool, fumo… me l’avranno bucata st’aurea..

Allora dice che ho manie di controllo, ho un dualismo bipolare…

Allafine non ne potevo più e siamo andati al bar. Lui lì è fuori dal suo ambiente e io lo capisco meglio.
Avevo detto che giovedi parto, te l’avevo detto no? Devo andare per la prima volta dalla famiglia del mio ragazzo. 

Lui quando l’ho detto ha avuto uno scatto.
Mio fratello gli chiede: hai visto qualcosa?
E lui dice che non devo prendere quell’aereo.
Che devo cambiare orario. Capisci?? Mi hanno messo tutti e due in grande difficoltà.

Siamo tornati al negozio e ha provato a vedere se si poteva cambiare volo.
Ho chiamato il mio ragazzo e ho inventato una palla. Mi vergogno a dirgli il motivo perché noi siamo persone per bene…
Allora mi è venuta in mente la cosa plausibile da dirgli: gli ho detto che mio fratello aveva una piccola operazione e che era angosciato. Lui mi dice che non si può, ovviamente, perché abbiamo già tutti impegni con la famiglia.
Non avevo nemmeno modo di fare pagamenti e cambi eccetera. 

Lui continuava a dire cambia cambia cambia e io ho provato a vedere con un’ altra compagnia. Costava 130 euro…! E io non avevo modo di fare il pagamento.
Oh: L’HA COMPRATO LUI!

Si era talmente adombrato che è andato fino in fondo.
Mi sono svenata per fare i regali, sto cercando di risparmiare per il telefono e mi fai buttare i soldi per questo?
Oh lui si fomentava da solo.
È arrivata una mia amica e sono scappata via, ho avuto un crollo.

Vedi:adesso che te lo racconto piano piano sto capendo.
La mia lettura è che questo ha interpretato la gelosia di mio fratello e gli ha dato la possibilità di non farmi andare.
Capisci cosa ha fatto pur di farmi rimanere lì?
Ma figurati se ci ho creduto, io!
Ho una linea della vita che arriva a90 anni come mia nonna!”

Potrei essere fortunata…

“….​E allora ha lanciato questa proposta: sarebbe bello per capodanno stare tutti insieme in montagna.
Poi chiedo meglio e scopro che solo il
cenone costa 120 euro.
Ma ti pare?
Se davvero vogliamo stare insieme non serve pagare 120 euro per una cena.
È chiaro che è solo per dire dopo in giro a tutti: ah sono stato in rifugio, ho fatto Capodanno lì; che cosa figa.

Ah: io con 120 euto ci faccio spesa per 2 settimane, capisci? Perciò un cenone, se vogliamo stare tutti insieme, lo prepariamo tutti e io faccio il mio a casa con 20 euro. Ma che?!! Scherziamo???!!

Non so tu ma io lo trovo un atteggiamento:
1- arrogante
2- indisponente
Perché mi proponi una cosa che già so che vuoi fare?

[ma in che senso???? doveva proporti una roba che gli faceva schifo??? n.d.r.]

Adesso per esempio sono già in due….anzi no ci sono già 4 prenotati.
Vuol dire che hanno GIÀ deciso, capisci???

Che poi potrei anche essere fortunata e lavorare il 3. Così non avrei nemmeno tempo di andare e non devo nemmeno dirgli che non vado perché il modo non mi piace.

Non avrei voglia di andare a Milano; ma al limite mi aggrego a qualcuno…
Non mi fido ad andare in discoteca.
Gira tanta di quella merda di gente che davvero evito….

Sì ce ne sono una valangata di cose che uno può fare.

Ah si ok vai vai, tranquilla.

Tanto c’è ancora un po’ di tempo per decidere.”

Complici

Milano.  

Ore 8.20 di un venerdì di sciopero dei trasporti. Praticamente l’ultimo varco prima della paralisi (che poi non ci sarà) degli spostamenti urbani.

Il metrò è strapieno, ma tutti sono eroicamente fieri di essere a bordo. “Ce l’abbiamo fatta!” sembrano dire gli sguardi di tutti i presenti. 

Io sono in piedi, abbarbicato ai sostegni, più per non essere travolto da chi esce e entra ad ogni fermata che per evitare una caduta: tanto non ci sarebbe lo spazio fisico per cadere. 

Davanti a me sono sedute due signore; quella a sinistra è al telefono. In realtà non la ascolto con attenzione.

Sento che fa il verso a qualcuno “Oh, ceVto! Anche io staseVa ho così tanto da faVe” e ride. 

Capisco che sfotte qualcuna che ha lasciato qualcuno. O viceversa. Insomma: una modesta tragedia sentimentale che, siccome riguarda altri a cui si può fare il verso, la fa ridere di (dubbio) gusto. 

Alla terza imitazione la signora di sinistra gira la testa verso un terzo passeggero, quello seduto alla sua sinistra, che legge il giornale.

“Ma lei riesce a leggere? Perché io, così,  mica ce la faccio…”. E alza gli occhi al cielo. Solo che nella carrozza di una metropolitana in direzione cielo ci sono giusto quelli in piedi. 

Io, per esempio.

Allora sorrido perché ho capito che la signora è una mia complice. È infastidita dalla telefonata. E anche lei ride perché ha capito che ho capito. 

Ma anche la telefonista ha capito, stacca l’orecchio e affronta a viso aperto la vicina di posto. 

 – “Scusi? Cosa vuole? Adesso non si può nemmeno telefonare???” 

-“…??… Guardi non mi ero nemmeno  accorta che stava telefonando… (alza il sopracciglio)”

– “Se solo sapesse di cosa stiamo parlando non farebbe tanto la spiritosa!”

– “Eh già. Lo sapessi….”

– (riprendendo la telefonata) “ma guarda tu la maleducazione…”

Ma la signora che non riusciva a leggere è arrivata a destinazione. Si alza. Mi fa un cenno di saluto.

La telefonata proseguirà altri dodici minuti. Ma a volume dimezzato.

Grazie, mia nuova amica.